Fondata intorno al 1300, la chiesa di San Francesco occupa il colle su cui sorgevano le case degli Olivi e dei Fortebracci. La sua tipologia è quella tipica delle architetture degli Ordini mendicanti: forme semplici e lineari, unica navata con abside poligonale, copertura a capriate.
I brani sopravissuti degli affreschi più antichi, databili alla seconda metà del Trecento, fanno pensare che subito dopo l’edificazione della chiesa si pose mano ad un ampio intervento decorativo. Gli esiti più alti della decorazione della chiesa spettano però al secolo successivo, quando l’edificio divenne la chiesa di famiglia dei Fortebracci che generosamente contribuirono al suo abbellimento, fornendola di altari, suppellettili e dipinti.
Gli affreschi dell’abside, realizzati tra il 1423 e il 1424 dal ferrarese Antonio Alberti e raffiguranti episodi della Vita di San Francesco e scene del Giudizio finale, vennero commissionaati da Braccio da Montone, ricordato dal suo stemma, il montone tra due ghepardi, e da quelli delle città a lui sottomesse. A Carlo, figlio di Braccio, si deve la realizzazione nel 1476 dell’altare della parete sinistra, poi fatto decorare dal figlio Bernardino nel 1491 con l’affresco raffigurante Sant’Antonio di Padova tra il Battista e l’Arcangelo Gabriele con Tobiolo opera di Bartolomeo Caporali. Al generoso contributo di Margherita Malatesta, moglie di Carlo, si deve forse l’ultimazione del corrispondente altare della parete destra, realizzato tra il 1474 e il 1482 e destinato ad ospitare il gonfalone di Bartolomeo Caporali oggi nel museo.
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